A Berlino tra il 1917 ed il 1933 Schmidt divenne figura di riferimento delle avanguardie. Cacciato dalla Germania nazista, nel 1938 si trasferì in Ticino, a Bré sopra Lugano, dedicandosi ad una ricerca pittorica che s’inscrive nel Realismo magico.

Nel corso di alcuni viaggi in Italia entrò in rapporto con la pittura metafisica e con il Novecento Italiano, il cui elemento distintivo si manifestava nella rivalutazione della figura. Le linee nette e precise nel disegno che in Germania prenderà il nome di Realismo magico si fondono con gli elementi della cultura italiana, dando origine ad un linguaggio espressivo molto personale fatto di linee larghe, rigide; luci violente e ombre compatte; colore intenso e a volte stridente.

La natura del Ticino divenne per Schmid un elemento rassicurante: montagne, colline, fiori, paesaggi, vigne, architettura rustica e soggetti ispirati al mondo contadino, introdussero nel suo linguaggio espressivo una calma prorompente di forme e di stati d’animo.